sabato 26 dicembre 2015

BUONA NATIVITA': NEL NOME DELLA DEA

NEL NOME DELLA DEA : sulle tracce dell'antica religione!
BUON NATALE!!!
Una ricorrenza astronomica che appartiene a tanti culti religiosi di ogni tempo!!
La Nascita di un divino fanciullo figlio degli Dèi (concepito in un sacro accoppiamento rituale: Hiero Gamos) e immagine del Sole (Horus).
Questi sono i figli divini dai nomi diversi, ma tutti nati da antiche DEE (Sacerdotesse- Myriam -Maria) dell'AMORE!

sabato 19 dicembre 2015

la Dimora dei Saggi:sciamani senza tempo

Dal libro la Dimora dei Saggi di M.Agostini e R.Zengarini ed. Laterza Bari 1999

...Era come se si fossero già conosciuti, cresciuti insieme, fratelli in un mondo che aveva in programma il loro periodico rincontrarsi; ad entrambi piaceva l'idea di appartenere ad una architettura divina, il cui disegno prevedeva il ritrovarsi in vite successive: sacerdoti nell'antico Egitto, eretici alchimisti nel medioevo, neoplatonici del rinascimento, seicenteschi rosacrociani.......sciamani senza tempo.
Massimo Agostini ricercatore saggista


domenica 13 dicembre 2015

amando la Dea Natura

"L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando".
(Hubert Reeves)


venerdì 11 dicembre 2015

L'Utopia del filosofo Ludovico Agostini XVI sec.

Ludovico Agostini (Pesaro, 1536 – Gradara, 1609) è stato un letterato.
La vita le opere la critica
 (tratto da: Gianluca Montinaro, "L'Epistolario di Ludovico Agostini: Riforma e utopia, Leo S. Olschki Editore, 2006)
La famiglia AGOSTINI si trasferisce a Pesaro nei primi anni del Quattrocento quando un Agostino di Simone, con la moglie Mattea, acquista una modesta casa a ridosso delle vecchie mura malatestiane.
Mastro Agostino eserecita con notevole fortuna il mestiere di fabbro specializzandosi nella costruzione di macchine per mulini e frantoi das olio.
Un testamento dell'8 novembre 1449 già lo nomina come cittadino di Pesaro e facoltoso...
L'unico erede Giacomo, prosegue le orme paterne e riesce ad ottenere nel 1461 da Alessandro Sforza, signore di Pesaro, la concessione gratuita d'una porzione d'acqua del vallato cittadino, destinata ad azionare le macchine di un frantoio vicino alla sua abitazione.
Da numerosi scritti della Biblioteca Oliveriana di Pesaro risulta che Giacomo, in tarda età, in compagnia di suo figlio Ludovico che aveva avuto da Vittoria di Ser Antonio di Nicolò Abati, si recò alla corte di Mattia Corvino a Buda, per dare saggio della propria perizia meccanica.
Ludovico, dopo la morte del padrre e dopo lunghi viaggi attraverso l'Europa, ritorna a Pesaro dove comincia a condurre una intensissima attività economica che presto porta il prestigio della sua famiglian ai vertici della società cittadina.
Le grandi possessioni, i palazzi, le case e i mulini assicurano agli AGOSTINI agi e ricchezze.
Sono nobilitatio e viene concesso a Ludovico un seggio, trasmissibile ai discendenti, nel Consiglio cittadino.
Quando muore nel 1531, lascia tre figli avuti dalla prima moglie Fiordalice: GIOVAN GIACOMO, GIROLAMO e FRANCESCO.
Mentre di Girolamo, che si dedica all'attività forense, e di Francesco si perdono le tracce (sembra che non abbaiano avuto discendenti? si parla però di un figlio SEBASTIANO), è GIOVAN GIACOMO a continuare l'attività molitoria di famiglia.
Nato nel 1501, sposa nel 1526 Pantasilea di Guiido segli ALESSANDRI, una fanciulla quindicenne, di antica nobiultà cittadina, che gli porta in dote la considerevole cifra di 600 ducati. Anche il secondogenito GIROLAMO fa un matrimonio prestigioso, nel 1532, con Faustina GUALTIERI e riceve anche lui in dote due possessioni per un valore di quasi 600 fiorini.
Insomma la CASATA degli AGOSTINI, ormai ammessa ed accolta a corte, raggiunge l'apice della prosperità e si imparenta con alcune fra le più importanti famiglie del ducato (MARII, GIORDANI, PASSERI GRAZIOSI, PUCCI, SARACENI).
In quegli anni il ducato di Urbino vive un periodo di grande prosperità e ricchezza. Il duca Francesco Maria I Della Rovere ha ormai consolidato il suo potere...
Pesaro riveste un ruolo preminente e nel Palazzo ducale e nelle ville di campagna costruite sul colle San Bartolo, si svolgfe la vita di corte, ormai indirizzata verso modi e sistemi manieristici rd "europei".
... domina un'atmosfera sofisticata, piena di rimandi e ciotazioni intellettuali, di ESOTERISMI impliciti,  DI RAFFINATI COMPORTAMENTI CAVALLERESCHI,.
Gli AGOSTINI , con la loro presenza a corte, il seggio in Consiglio, le loro frequentazioni, SONO PARTE INTEGRANTE DI QUESTO MONDO che ruota intorno alla figura del duca, principe cristiano e padre dei suoi sudditi.
Da matrimonio tra GIAN GIACOMO  PANTISELEA nascono numwerose figlie, il sospirato erede maschio nasce solo dopo 10 anni, il 6 gennaio del 1536 al quale viene dato il nome del nonno: LUDOVICO.
Seguito con cura dal padre e dalla madre, LUDOVICO viene avviato fin da piccolo alle pratiche del culto e della disciplina cristiana ma, allo stesso tempo, è influenzato dal clima brillante e cavalleresco che si respira nel ducato. Cresce compiendo buoni studi classici e umanistici, apprendendo l'arte del poetare, del canto r delle buone maniere cortigiane e cavalleresche...
Si iscrive all'Università di Padova, seguendo le tracce dello zio GIROLAMO, per intraprendere la carriera di giurista...
A Padova, stando a quanto sostiene l'erudita Almerici, uccide nel 1554 in DUELLO un suo compagno di studi, Giovan Battista Zannoni di Padova.
LUDOVICO AGOSTINI  è comunque costrettoa fuggire, punito con il bvando dalla città e si arruola nelle truppe imperiali...
Torna presto in italia, richiamato alla sua realtà di studi dall'orrore della guerra (come anche ricorda nel suo epistolario) e termina i suoi studi legali all'Università di Bologna...
A Bolognma ha una storia d'amore con una Nobile fanciulla di nome Gentile...
Si laurea il 29 settembre del 1557 e nel 16559 fa rientro a Pesaro iscrivendosi all'ordine dei legali pesaresi senza però esercitare la professione, pensando di condurre una vita da nobiluomo contando sulle ingenti ricchezze e sul prestigio della famiglia AGOSTINI.
Frequentando  gli ambienti di corte, i ritrovi mondani e culturali, consoce diversi perrsonaggi della cultura dell'epoca (es. Torquato Tasso...)...
In quegli anni comincia a prendere forma il rpimo nucleo del Canzoinere...
Tra il 1560 ed il 1562 si consuma la caduta della famiglia AGOSTINI. Guidobaldo II Della Rovere, per rimnpinguare le esauste casse del ducato, intraprende una politica di larvata confisca dei beni privati. A farne le spese sono anche gli AGOSTINI che devono cedere al duca la loro fiorente attività molitoria.
Gian Giacomo AGOSTINI, eletto Gonfaloniere della città nel 1563, è costretto a ridurre drasticamente il tenore di vita che dalla prosperità passa a una più modesta agiatezza.
Il giovane LUDOVICO preferisce adattarsi alla nuova condizzione famigliare piuttosto che avviarsi al lavoro. Il suo carattere si incupisce, legge questa spoliazione come punizione per i suoi peccati, ...
Ad Urbino si innamora (spiritualmente come sostiene lo stesso Ludovico) di Virginia, figlia del musicista toscano Pietro Vagnoli giunto in qualla città nel 1565 e nel 1569 Ludovico donerà a Virginia una raccolta di oltre 200 sue composizione poetiche chiedendone la mano ed il consenso alle nozze. Ottiene il consenso alle Nozze, ma dopo pochi mesi il fidanzamento viene rotto (forse per questioni economiche) Nel 1570 i Vagnoli lasciano definitivamente Urbino per recarsi alla corte di Massimiliano II e di nuovo in Toscana presso Cosimo IO de' Medici che accasa Virginia con il celebre musicista mantovano Alòessandro Striggi.
Rotto dal dolore Ludovico AGOSTINI alla stesura de Le giornate soriane, che descrive in modo nostalgico il il fasto di un  mondo ormai scomparso  quello  giornate agostane troscorse nelle ville del San Bartolo... con i personaggi più in vista della corte roveresca oltre a personaggi di fantasia che riflettono una parte del carattere dell'Agostini.. (con Francesco Maria II Della Rovere - 1574 - cambia la vita di corte,  improntandola alla cultura spagnola e ai canoni controriformistici imposti dal concilio di Trento,  abbandonando così la gaia e spensierata vita di corte) ...
...
LUDOVICO, oltre a prendersi cura dei genitori infermi e a seguire gli interessi economici della famiglia, diviene l'uomo di fiducia di Paolo Marfii, agente diplomatico del duca e poi vescovo di Cagli.
Spinto da più parti  a prendere moglie, LUDOVICO fa qualche svogliato tentativo, ma sempre senza successo. Abbandonata l'idea del matrimonio, occupato dalle cure dedicate verso gli anziani genitori (la madre muore nel 1579, il padre nel 1582, LUDOVICO si lascia sempre più andare al suo esasperato RIGORISMO ETICO, frutto di un profondo e sincero sentimento religioso.
Ha due figli illegittimi (uno morirà in giovane età, l'altro, GIULIO CESARE,  leggittimato, gli sopravviverà).
Nel 1582 alla mnorte del padre, chiude il palazzo di famiglia per ritirarsi nella villa del San Bartolo, per condurre una vita semplice e dedicarsi ai suoi studi.
Nerl 1584 parte per un lungo pellegrinaggio in Terra Santa imbarcandosi con molti nobili veneziani.
Come scrive nella lettera 72, avrebbe voluto stabilirsi definitivamente in Terra Santa ma i Turchi, sospettandolo come spia, lo costringono ad andarsene. Il vicario generale e commissario apostolico di Palestina, fra Cristoforo da Trento, prima di partire lo nomina sindaco e procuratore di Terra Santa e gli affida l'incarico, sulla strada di ritorno, di fermarsi presso il porntefice per esporre le precarie condizioni e i tanti pericoli cui sono sottoposti i pellegrini e i religiosi addetti al culto dei luoghi sacri. Dopo un'avventurosa attraversata sbarca a Messina e di lì si dirige, via terra, a Roma dove il 3 aprile del 1585 consegna nelle mani del papa Gregorio XIII il memoriale che, nel frattempo, avevva steso (lett. 95) Di questo viaggio Ludovico Agostini scriuve anche un vivace e fresco resoconto intolato: Viaggio di Terra Santa e di Gerusalemme.
Tornato alla villa di Soria sul monte San Bartolo, ncontinua la sua solitaria vita allietata dalle visite degli amici Guidobaldo Del Monte, Ippolito e Giuliano Della Rovere, e dalle rare soste della Corte nella vicina Villa Imperiale. Continua a lavorare a L'Infinito un dialogo tra due simbolici interlocutori che trae spunto dalla lettura della Genesi e dell'Esodo. La quarta parte di quest'opera è la celebre Repubblica Immaginaria, proposta di un utopico stato che attui "con rigorosa coerenza le istanze etiche e sociali della Controriforma".
In realtà LEOPOLDO AGOSTINI propone uno stato etico che intervengas non solo nella vita sociale e religiosa attraverso una serie di rigidde norme suntuarie, tese a rendere obbligatoria una ascetica frugalità in ogni manifestazione umana, ed una altrettanto rigida pianificazione della vita privata dei singoli. Alla religione poi spetta il compito fondamentale di compattare la popolazione attraverso una comune "sensibilità etica"...
...
Il duca  nell'ottobre del 1604 gli affida mil governo della vetusta Rocca di Gradara. LUDOVICO reustaura le fortificazioni e derime le liti del contado.
Sentendo venire meno le forze, raccomanda al duca suo figlio GIULIO CESARE che aveva con onore retto la magistratura pesarese dell'annona.
Ormai vecchio e affaticato, si spegne nella rocca di GRADARA, il 29 luglio del 1612 all'età di 76 anni. 

Ludovico Agostini nacque a Pesaro nel 1536 e morì a Gradara (Pesaro) nel 1609. Studiò legge a Padova e a Bologna, dove si laureò nel 1557. Fece quindi ritorno nella sua città natale, dove rimase fino al 1582, anno in cui si ritirò a vita privata nella sua villa di Soria. La sua produzione poetica riguarda sia temi amorosi sia politico-religiosi. Sostenne la causa dei duchi d'Urbino contro i Turchi; scrisse le Giornate soriane (1572-74), racconto di undici giornate di villeggiatura, in cui compaiono anche argomenti di carattere moralistico, religioso, politico.
 Proprio durante il soggiorno a Soria si dedicò a studi più propriamente religiosi: lesse i testi sacri e nel 1582 scrisse le Esclamazioni a Dio.
 Tra il 1583 e il 1590 compose la sua opera maggiore, L'Infinito
. Nel 1584 fece un viaggio in Terrasanta, di cui scrisse una relazione per il duca Francesco Maria II.

 Le giornate soriane (Testi e docum. di lett. e di lingua) (2004)

È trascorso quasi mezzo secolo da quando Luigi Firpo riscattava dall'oblio l'opera del pesarese Ludovico Agostini (1534-1590), in seguito alla scoperta, tra le carte inedite dell'Agostini, di un "compiuto progetto di Stato ideale, che gli assicura a buon diritto un suo luogo non trascurabile nella storia dell'utopia politica e sociale". Queste "Giornate soriane" costituiscono un documento di un'importante fase di transizione dell'ordinamento sociale e della cultura rinascimentale alle soglie della Controriforma e sono un testo letterario di qualità capace d'interpretare originalmente il genere letterario del dialogo.

Abbazia di Sant'Urbano: in ricordo di un bellissimo convegno


La conferenza a Sant'Urbano del 03 luglio organizzata dall' Asdociazione Rosslyn 1418 e dal Clan Sinclair Italia ripresa dal TG3E’ stato un pomeriggio di studio, ascolto e di approfondimento all’interno di uno dei luoghi più spirituali delle Marche”, così commenta Daniele Silvetti, presidente dell’associazione di promozione sociale “Rosslyn 1418″, in merito al convegno regionale dal titolo “Tre codici dal passato” che si è tenuto nei giorni scorsi nell’Abbazia di Sant’Urbano ad Apiro. Un luogo di grande suggestione e spiritualità che si attaglia perfettamente con il tema dell’iniziativa e che, anzi, i lavori hanno dimostrato avere uno stretto legame con gli argomenti su cui ci si è soffermati. Un aspetto che ha aggiunto un elemento ulteriore di significato e fascino.L’evento ha vissuto la partecipazione di oltre cento persone provenienti da diverse parti delle Marche oltre che del sindaco di Apiro Ubaldo Scuppa, che ha fatto gli onori di casa.Diviso in tre momenti, l’appuntamento ha trattato in apertura del “mistero” di Maria Maddalena così come codificato dai Vangeli gnostici, a cura di Massimo Agostini, vice presidente del Clan Sinclair Italia, e raccontato così come è stato tramandato attraverso alcuni affreschi ritrovati nella chiesa di San Domenico a Fano. Poi si è proseguito con un momento centrale musicale, all’interno del quale sono state eseguite armonie medievali con l’accompagnamento di un’arpa celtica suonata da Lucia Galli, di un violone (Emanuele Leoni) e di un soprano (Claudia Carletti) sotto il coordinamento del professor Roberto Calosci, coordinatore, peraltro, del Club Unesco di Ancona. Tutti i musicisti sono docenti del liceo musicale Rinaldini di Ancona.Il terzo tempo, infine, è stato tutto incentrato sul simbolismo esoterico della Rosslyn Chapel di Scozia, il secondo tempio di Gerusalemme, e sui significati architettonici comuni con l’Abbazia di Sant’Urbano attraverso una serie di proiezioni commentate da Fabrizio Mosca, vicepresidente dell’associazione Rosslyn 1418. Si è trattato di un viaggio simbolico, come definito dagli organizzatori, oltre la leggenda e le mistificazioni.L’evento è poi culminato con le conclusioni di Tiziano Busca, presidente del Clan Sinclair Italia, associazione che ha concesso il proprio patrocinio assieme al Club Unesco Ancona e al Consiglio regionale delle Marche.Pubblicato dal “Corriere Adriatico” in data 7 Luglio 2014

http://associazionerosslyn.com/2014/07/12/la-aps-rosslyn-su-tg3-marche/

martedì 8 dicembre 2015

LA SOLITUDINE

LA SOLITUDINE
Ognuno vive la solitudine del proprio divenire, pur condividendo con altri vita, emozioni, amori, esperienze.
Alla fine di ogni giornata l'unico amico che ci è concesso di conoscere è lo specchio della nostra essenza, e con esso ci troviamo, se attenti, ad un confronto serrato unico, assoluto, universale (VITRIOL).
La solutidine è buona amica per chi, dotato di sensibilità, vive l'esperienza interiore delle proprie emozioni.
La solitudine appartiene a chi ama e fortemente sente l'immensità del divenire.
Viviamo con gli altri, ma alla fine ognuno si ritrova solo con se stesso: si è soli quando si nasce e si è soli alla fine di questo nostro peregrinare nel mondo.
Nessuno, per quanto amato e caro, potrà mai comprendere la nostra sensibilità, i nostri più nascosti pensieri, le nostre emozioni, desideri, conoscenze.
Si dice nel mondo esoterico che la verità non è rivelabile ed è così: come spiegare le proprie esperienze interiori, come far comprendere agli altri un vissuto che non gli appartiene.

se hai dubbi...

SE HAI DUBBI
STUDIA
DOPO LO STUDIO
MEDITA
FORMULA ASSERZIONI
CERCA CONFERME
DUBITA ANCORA
Giordano Bruno Galli

sabato 5 dicembre 2015

venerdì 4 dicembre 2015


Nel Nome della Dea - sulle tracce della nuova religione a Natale in Libreria
recensione del Clan Sinclair Italia
http://clansinclairitalia.blogspot.it/2015/12/il-vicepresidente-in-visita-al.html?spref=fb

IL SERPENTE E LA VERGA SIMBOLI DELLA MAGIA MEDICA!



IL SERPENTE SIMBOLO DELLA CONOSCENZA FIN DALL'ORIGINE DELL'UMANITÁ. 
Nel mito biblico è infatti il serpente che tenta EVA a mangiare il frutto della conoscenza!
Il Bastone ed il Serpente appartengono anche ad antichi miti greco-romani, come il simbolo di Asclepio costituito da un serpente attorcigliato intorno ad una verga. Asclepio era il dio della salute nell'antico pantheon greco. Il nome latinizzato del dio era Esculapio. Fu istruito nell'arte medica dal centauro Chirone.
Il simbolo della medicina è quindi rappresentato da un SERPENTE attorciliato ad un bastone.
Tale simbolo ha origini antiche e presente in molti passi della stessa Bibbia.



Il SERPENTE DI MOSÈ
La Bibbia racconta CHE Mosè per convincere il Faraone SUL POTERE DIVINO delle sue parole, buttò per terra il bastone di Aronne e questo si trasformò in serpente. Il Faraone dunque chiamò i suoi maghi che ripeterono la magica trasformazione del bastone in serpente, ma il serpente di Mosè mangiò i serpenti dei maghi del Faraone.
Il "serpente" lo ritroviamo nella Bibbia in occasione dell'ESODO quando Dio, manda fra gli Israeliti dei serpenti velenosi che mietono numerose vittime. Il popolo impaurito si rivolge allora a Mosè affinché preghi il Signore di allontanare i serpenti. Dio ordina a Mosè di forgiare un serpente di bronzo e di collocarlo in vista del popolo: chiunque fosse stato morsicato dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare solo guardando verso il serpente di Mosè.
Troviamo ancora il serpente come simbolo.della tribù di DAN che formò la retroguardia nell'ESODO avendo come compito di soccorrere i malati ...
(M.A.)