giovedì 24 maggio 2012

IL MISTERO DI MARIA MADDALENA

EDIZIONI GRAPHO5 - FANO
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Partendo da alcuni affreschi ritrovati in una chiesa del XIII secolo , appartenuta ai Domenicani, l’autore di questo libro affronta, attraverso un’accurata analisi dei testi sacri: dall’Antico al Nuovo Testamento, non tralasciando i Vangeli Gnostici, il percorso e l’essenza spirituale ed iniziatica delle prime sette cristiane per giungere ad analizzare le Sacre Nozze tra Maria Maddalena ed il Cristo.
Il mistero della Grande Madre, L’Iside Svelata dell’Antico Egitto, la Sophia Superiore (Binah della cabala ebraica) inteso nel suo ruolo evocativo per la realizzazione spirituale della sua controparte terrena.
 Un viaggio iniziatico attraverso le principali correnti gnostiche ed esoteriche per focalizzarsi nella mistica cabalistica.
 Un racconto che, sulla scia della “linea di sangue indentifica nell’immagine del Santo Graal”, analizza lo speciale rapporto tra  Maria Maddalena, sacra sacerdotessa di Dan, e del  il Cristo: La Sposa e lo Sposo di alchemiche nozze, il cui frutto diviene immagine di una nuova alleanza con il “Dio Buono”.
Un libro straordinario e controverso, ricco di intuizioni e di ipotesi sulla vita di Cristo e dei suoi seguaci, un’analisi attenta della società ai tempi di Gesù.
Massimo Agostini, in ragione delle suoi studi, fatte anche di personali esperienze, con questo lavoro conduce il lettore in un viaggio iniziatico per approdare alla sorgente di ogni possibile ricerca sulla Leggenda del Graal.
Non è  quindi un caso che la prefazione a questo libro sia stata curata da Sir Ian Sinclair, International Gran Prior of the Scottish Knight Templars e Archivist and Historian of the Clan Sinclair.

RECENSIONE

Massimo Agostini

IL MISTERO DI MARIA MADDALENA
Dai Vangeli Gnostici ai Rex Deus
RACCONTATO ATTRAVERSO ALCUNI AFFRESCHI RITROVATI
NELLA CHIESA DI SAN DOMENICO IN FANO


EDIZIONI GRAPHO5 - FANO
2012, 96 p., ill., brossura
 0721 855314 - 0721 854783

Indice del Libro:
           Prefazione di Sir Ian Sinclair
1- L’arte religiosa come Simbolo
2- La Leggenda Aurea
3- L’origine dei Predicatori e l’eresia catara
4- L’eresia catara, un’eresia gnostica
5-La Gnosi
6-Analisi di alcuni testi gnostici
6.1 Pistis Sophia
6.2 Vangelo di Filippo
6.3 Vangelo di Tommaso
6.4 Vangelo di Maria
7- Il ruolo della Donna e la famiglia nel mondo ebraico
8-Il celibato di Gesù
9-Il sepolcro vuoto
10-  Una comunità di straccioni eretici peccatori, prostitute, trasgressori
11-  Morte e Resurrezione
12-  Un messaggio esoterico affidato alla più amata – Maria Maddalena
13-  Il mito di Iside sposa di Osiride e Madre di Horus
14-  Maria Maddalena e la cabala mistica
15-  Chiesa di San Domenico – ancora un simbolo ritrovato
Conclusioni
Bibliografia


Alcuni brani tratti dal mio Libro:
Il Mistero di Maria Maddalena dai Vangeli Gnostici ai Rex Deus
Massimo Agostini.
In queste brevi citazioni emerge già chiaramente il ruolo delle donne ed in particolare di Maria Maddalena nel cristianesimo primitivo.


 Prefazione di Sir Ian Sinclair
Maria Maddalena era legata all’Ordine Regionale di Dan; Elena-Salomé, la moglie di Simone Zelota (Zebedeo), era invece un membro dell'Ordine di Asher, un Ordine nel quale le sacerdotesse erano conosciute come “Sacre Donne”, potendo anche disporre di beni propri. Elena come Gran Sacerdotessa dell'Ordine di Efeso, con il titolo di "Sarah", aveva il diritto di indossare una veste o un velo di colore rosso.
Queste donne di alto rango erano molto temute da Pietro, non solo per la sua nota avversione nei confronti delle donne, ma anche perché personaggi del calibro di Elena costituivano una minaccia costante per la sua posizione di dominio. La Chiesa Romana ha poi ereditato lo stesso atteggiamento negativo e le stesse paure.
Le donne dell‘Ordine di Dan erano Naziree laiche, Maria Maddalena, come "Miriam", era a capo dell'Ordine (l'equivalente di un vescovo anziano) e aveva il diritto di indossare abiti neri come i Nazirei e come  i Sacerdoti o Sacerdotesse di Iside…

cap. 2  La Leggenda Aurea
....
… Maria deriva da Miriam, nome attribuito ad antiche sacerdotesse, mentre per Jacopo da Varazze,

 autore della Leggenda Aurea, che narra dello sbarco della Maddalena nel sud della Francia, Maria si traduce con “mare amaro”[1] o “illuminatrice” o “illuminata”; intravvedendo in queste tre definizioni, le fasi del percorso iniziatico: la penitenza, la contemplazione interna, la gloria celeste.[2] Usando un linguaggio

esoterico, massonico, il “Mare Amaro” di Jacopo da Varazze, diviene espressione del V.I.T.R.I.O.L.
(Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem), un acronimo ermetico che indica la strada per la ricerca della Sapienza che, per colui che la intraprende produce sofferenza, dovendosi riflettere nel “mare amaro” della propria incompiutezza materiale; ma la contemplazione interna, per quanto “amara”, se ben condotta (rettificazione), è fonte di “illuminazione” nella via della Luce (occultum lapidem) per giungere, infine, al massimo grado di iniziazione di “Illuminato” nella Gloria.

 capitolo 6.1 Pistis Sophia
troviamo nel Pistis Sphia,  il ruolo preminente assegnato della figura femminile..
«Detto questo ai suoi discepoli, soggiunse: - Chi ha orecchie da intendere, intenda! Udite queste parole del salvatore, Maria rimase un’ora (con gli occhi) fissi nell’aria; poi disse: - Signore, comandami di parlare apertamente. Gesù, misericordioso, rispose a Maria: - Tu beata, Maria. Ti renderò perfetta in tutti i misteri di quelli dell’alto. Parla apertamente tu il cui cuore è rivolto al regno dei cieli più di tutti i tuoi fratelli» (capitolo 17).
Questo passo mostra una donna che si erge a protagonista all'interno dell'opera come principale sacerdotessa e quindi interprete del messaggio esoterico, iniziatico di Gesù….

… Tuttavia, Maria Maddalena ha il ruolo prominente, interviene, in contesti sempre molto importanti, sessantasette volte; Gesù arriva a lodarla e lei intercede presso di lui quando i discepoli non capiscono qualche passaggio (capitolo 94).
All'interno del Pistis Sophia, Maria Maddalena è sposa e sacerdotessa di Gesù, e come tale simboleggia la conoscenza (gnosi), attestando in modo inconfutabile il ruolo della Maddalena all’interno dello gnosticismo cristiano dell’epoca.

Capitolo 6.2 Vangelo di Filippo
……
Il Vangelo di Tommaso si conclude con la trasformazione di Maria Maddalena in uomo: ” Gesù disse: Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi, perché le femmine non sono degne della vita!” Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché lei diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli”. (precetto 114)

Riporta anche alcuni racconti sulla vita di Gesù ed in particolare rimarca il ruolo importante delle donne trai suoi discepoli e, anche in questo testo, è ancora  Maria Maddalena ad avere con Cristo un rapporto privilegiato:
Il perfetto, infatti, concepisce e genera per meno di un bacio. E per questo che noi ci baciamo l’un l’altro. Noi siamo fecondi dalla grazia che è in ognuno di noi.
Tre persone camminavano sempre con il Signore: Maria sua madre, la sorella di lei, e la Maddalena, detta la sua compagna. Maria, infatti (si chiamava) sua sorella, sua madre, e la sua compagna.
 E la compagna del Salvatore è Maria Maddalena. Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca. Gli altri discepoli ne furono offesi ed espressero disapprovazione. Gli dissero: "Perché la ami più di tutti noi?" 

Questa frase potrebbe ingenerare, come per altro è accaduto (es. Codice da Vinci di Dan Brown o nel libro il “Santo Graal di Michael Baigent – Richard Leigh- Henry Lincoln[3]), ipotesi di un rapporto tra Gesù e

Maria Maddalena che non fosse solo di tipo spirituale, ma anche sessuale, dando così origine ad una discendenza diretta del Graal.
 A mio avviso è invece da tenere in considerazione che nello gnosticismo il bacio rituale non aveva un significato meramente erotico, ma molto più probabilmente era espressione della comunione, della fratellanza, della trasmissione del Logos da parte del Perfetto (Maestro);[4] o, ancor più, di quella riunione

mistica degli opposti, necessaria per raggiungere la condizione di Androgino all’origine della manifestazione, congeniale allo stesso vangelo di Filippo (Camera Nunziale).

  Tutti coloro che entreranno nella camera nuziale accenderanno la luce; non come si accende nei matrimoni (di quaggiù) che avvengono di notte. Se qualcuno diventa figlio della camera nuziale riceverà la luce. Se qualcuno non la riceve, mentre si trova in questi luoghi, non la potrà ricevere nell'altro luogo. Chi riceverà quella luce non sarà visto, ne potrà essere preso; costui non potrà venire molestato, anche se vive nel mondo. E, ancora, quando abbandona il mondo egli ha già ricevuto la verità per mezzo di immagini”.
….

Capitolo  6-3 Vangelo di Tommaso
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Il Vangelo di Tommaso si conclude con la trasformazione di Maria Maddalena in uomo: ” Gesù disse: Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi, perché le femmine non sono degne della vita!” Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché lei diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli”. (precetto 114)
Vediamo che Pietro deplora la partecipazione di Maria (sacerdotessa), in questo caso, Pietro ci appare come simbolo della Chiesa Cattolica di Paolo, emergente.
Il precetto potrebbe però avere anche un significato più esoterico, intendendo con il farsi maschio, la condizione di Androgino ovvero la ricongiunzione degli opposti, tipica della concezione gnostica. Il ritorno all’Adam primordiale.
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Capitolo 6.4 Vangelo di Maria
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possiamo affermare, sotto l’aspetto esoterico, che  Maria Maddalena viene identificata come la sposa archetipica dello sposo eterno, come il modello a cui l’anima e l’intera comunità devono ispirarsi nella loro ricerca e nel loro desiderio di unione con il divino; come ella stessa debba superare il suo stato qualitativo per farsi maschio e, solo in quella nuova qualità, riuscire ad andare oltre verso la Luce dell’Inconoscibile,
Come poi vedremo in seguito, il concetto di unione sacra, indica l’intreccio esistente tra forze diverse; da un lato l’emozione (eros, Venere), la via del cuore, forza che deve trovare il suo equilibrio nell’intelletto intuitivo, (Illuminazione, Mercurio), e immaginare il percorso al divino come armonia degli opposti, affinché la potenza femminile dell’universo si equilibri con la corrispondente maschile in ermetiche Nozze Sacre.
La Camera Nuziale, riportata nel vangelo di Filippo, può essere quindi quel luogo archetipo della suprema congiunzione degli opposti, il luogo della ierogamia[5], dell’accoppiamento sacro; come quello del dio egizio,

 Osiride, resuscitato, dall’opera della consorte Iside, per il tempo sufficiente a concepire il figlio Horus.
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6      Il celibato di Gesù.

Per l’uomo l’età giusta per sposarsi era diciotto anni: “fino a vent’anni il Santo, che benedetto sia, vigila a che l’uomo si sposi e lo maledice se manca di farlo entro a quell’età.”(Quid.B 29b.).
La condizione di sposato e padre (almeno di due figli) era anche un requisito per essere un Rabbi.
Non è mai esistito neanche un caso di Rabbi che non  fosse sposato.
L’unico Rabbi che si dice celibe fu, nel secondo secolo, un certo Ben Azzay che, per questo motivo, venne severamente biasimato[6].
Un Rabbi non sposato e senza figli è considerato un comportamento anomalo e inaccettabile per quella religione: “Chi non ha figli è disonorato, disprezzato e ritenuto un vile. A questi è vietato parlare nelle sinagoghe”
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9.  Un Sepolcro vuoto

Se affrontiamo alcuni temi dei Vangeli, posti a fondamento del cristianesimo, quali: la Passione, la Morte e la Rinascita in carne di Gesù, avvalendoci non del cuore, ma della sola ragione, ci accorgiamo che essi presentano numerose incongruenze, facendo assumere alla storia sacra, i connotati di un intrigo politico.
Gesù, il Messia, tradito dal suoi stessi discepoli o seguaci, non riconosciuto dall’èlite culturale e religiosa ebraica; diventa, con questa logica, un rivoluzionario traditore delle aspettative messianiche di redenzione dal giogo romano.
L’intrigo prende corpo proprio con un tradimento, quello perpetrato da parte di un suo intimo seguace, Giuda Iscariota che, deluso dalla mancata rivoluzione, vende il suo capo per trenta denari per poi fondare un gruppo rivoluzionario tutto suo
Non ebbe vita facile quel Giuda Iscariota, qualcuno lo uccise per vendicare Gesù o, come dicono i vangeli, si uccise oppresso dal rimorso, comunque, per quel tradimento, trovò, se non la vendetta dei discepoli, la condanna della storia e di Dio; sicché ora, come ci attesta Dante Alighieri, vive il suo tormento eterno nel freddo lago ghiacciato della Giudeca[7]
Un traditore che prima di morire trova comunque il modo di scrivere la sua verità: il Vangelo di Giuda.

10.   Una comunità di straccioni, eretici, peccatori, prostitute, trasgressori?

Torniamo alla realtà dei Vangeli per osservare più da vicino la comunità guidata da Gesù, il Messia:
un mago, riverito fin nella culla da altri maghi, un uomo che si muove con una setta di straccioni, ex pescatori, pastori, gente considerata ai margini della società ebraica.
L’accusa di magia, già presente nei vangeli (Mc 6,2) è ampiamente documentata negli apocrifi,  negli scritti patristici e nella letteratura giudaica[8];
Origine così lo descrive: “… lavorò come manovale in Egitto e dopo essersi esercitato in alcune arti magiche, tornò nella sua patria, e lì proclamò se stesso Dio”.
Anche  Giustino osserva: “Si azzardarono a dire che era un mago  e che ingannava il popolo”.
Altre espressioni usate nei suoi confronti erano: “quest’uomo conosce le arti magiche ed induce in errore la gente”.
Un bestemmiatore che frequentava peccatori e donne impure, prostitute e vedove, ma che i sacerdoti stranamente accoglievano nelle loro sinagoghe.
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10.  Morte e Resurrezione
In Pistis Sophia è rilevante il fatto che Gesù rimase dopo la resurrezione undici anni con i suoi discepoli per condurli attraverso prove iniziatiche a ricongiungersi con l’Inconoscibile e prima fra tutti gli Apostoli, Maria Maddalena: “Tu beata, Maria. Ti renderò perfetta in tutti i misteri di quelli dell’alto. Parla apertamente tu il cui cuore è rivolto al regno dei cieli più di tutti i tuoi fratelli”.
Ma in questi undici anni la presenza di Gesù che conduce esotericamente i suoi adepti nel percorso della conoscenza misterica, come si caratterizzano?
Egli è sicuramente il Maestro elevato oltre l’inconoscibile attraverso il passaggio iniziatico, unico, irripetibile, di morte e rinascita, nel simbolo della Croce.
Egli è presente in carne ed in spirito, Egli vive e conduce i suoi Apostoli come Cristo vivo in questa terra.
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10.   Un messaggio esoterico affidato alla più amata – Maria Maddalena

La parola decisiva che il cristianesimo rivolge al mondo è un messaggio di donne.
Il messaggio iniziatico della vita che sconfigge la morte è affidato a Maria Maddalena, regina del Graal, coppa della comprensione Logos (binah della cabala), che, attraverso il Cristo, suo Sposo alchemico (chokmah), ha ritrovato il Verbo, quella parola perduta che tiene l’umanità sprofondata nel suo materialismo.
Quindi il rinnovato patto con il Dio Buono porta con se un segreto iniziatico, tutto femminile, che solo gli eletti (Rex Deus) possono conoscere e trasmettere.


10.  Il mito di Iside sposa di Osiride e madre di Horus[10]

In questo percorso sui vangeli gnostici e su Maria Maddalena, abbiamo più volte incontrato riferimenti alla religiosità dell’Antico Egitto ed in particolare nel raffronto misterico tra la Maddalena e deità pagane come Iside. Vediamo di comprendere meglio questa similitudine.
Tra le religioni d’origine orientale che hanno invaso il pantheon romano, del I sec, d.C., al tempo in cui andava formandosi la nuova religione cristiana, il culto di Iside, regina dagli innumerevoli nomi, occupa un posto di primo piano.
Accanto al suo sposo, Osiride o Serapide, al dio bambino Horus, ad Anubi dal muso si canide, Iside presiede i culti “isiaci”, diffusi dal mediterraneo agli estremi confini dell’impero.
Iside sposa di Osiride veglia con la sorella Nefti il corpo del marito assassinato dal fratello, il malvagio Seth; assiste e partecipa, come accadrà a Maria Maddalena con Gesù, alla ”resurrezione” in carne di Osiride dal quale ha poi un figlio, il dio Horus. 
Osiride è  lo Sposo Re eternamente vivo e ad esso è affidato il regno dei defunti.
 Horus, figlio di Iside e Osiride, dio bambino, diventerà vendicatore di suo padre.
Il culto di Osiride, Iside ed Horus nei templi e soprattutto nell’ambito della religione funeraria, si perpetua, dinastia dopo dinastia, nel corso di tutta la storia faraonica.
Soprattutto nella XIX dinastia (1300-1180) e all’inizio del primo millennio si assiste ad una forte espansione della religiosità isiaca.
Osiride continua a regnare sul mondo dei morti e venerato come dio misericordioso, che ha conosciuto in prima persona la morte e la resurrezione.

10.   Maria Maddalena e la cabala mistica                                                              
                     
 È vero senza errore e menzogna, é certo e verissimo. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto,
e ciò che è in  alto è come ciò che è in basso, per compiere i miracoli  della Cosa-Una
Come tutte le cose sono sempre state e venute dall'Uno, per mediazione dell’Uno, così tutte le cose nacquero da questa Cosa Unica per adattamento.
Ermete Trismegisto

Nel caso della morte e rinascita del Cristo, la percezione e comprensione dell’evento iniziatico è affidata a Maria Maddalena, ovvero a quell’energia tutta femminile, L’eros, il netzach della cabbala, simbolo di vittoria, emozione, mistero dionisiaco; la Venere della spiritualità pagana, L’Iside dell’Antico Egitto.
Non bisogna infatti dimenticare che il cristianesimo delle origini aveva in sé tutta la tradizione esoterica del Giudaismo, compresa quella della mistica cabalistica.
Tale conoscenza andò nel corso dei secoli a perdersi nel progressivo dogmatismo dottrinale, soprattutto nella lotta alle Eresie gnostiche.
 


 alcune note bibliografiche riferite ai brevi brani riportati
[1] In alcune tradizioni, Maria è ricordata come la Donna del Aquae, "Signora delle Acque". Oppure può essere chiamata "Maria del Mare" e viene  sempre associata all' acqua. Per gli gnostici (come in verità per i celti) le donne, che erano oggetto di venerazione religiosa, erano spesso associate con laghi, pozzi, fontane e sorgenti. La Gnosi (conoscenza) e la Saggezza venivano collegate con lo Spirito Santo femminile che «si muoveva sopra la faccia delle acque» (Genesi 1:2). Si riteneva che questo divino spirito della Sophia si fosse appunto incarnato in Maria Maddalena. I sacerdoti che somministravano il battesimo al tempo dei Vangeli venivano definiti "pescatori". Dal momento in cui Gesù fu ammesso al sacerdozio nell'Ordine di Melchisedec (Ebrei 5, e come abbiamo visto negli Atti), anch'egli venne designato al ruolo di "pescatore". La linea dinastica della Casa di Giuda fu così riconosciuta come una dinastia di re sacerdoti, o "re pescatori", come i suoi discendenti divennero giustamente noti.
[2] Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone, a cura di: Iacopo da Varazze, op.cit.
[3] Vedasi nota 7.
[4] Vangelo di Filippo: “il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti, concepisce e genera per mezzo di un bacio. È per questo che noi ci baciamo l'un l'altro. Noi siamo fecondi della grazia che è in ognuno di noi”
[5] Nella religione sumera, in una fase della Festa del Nuovo Anno, uno dei riti consisteva nella ierogamia, cioè l'unione sacra del dio e della dea, la cui conseguenza era quella di rinnovare la vita umana, animale e vegetale, sulla terra. Negli studi sulla religione sumera è accertato che quando Gudea costruì un tempio, riservò per il suo dio e per la sua preda la camera nella quale doveva avvenire la loro unione.
Vi sono stati ritrovamenti archeologici che documentano come il tempio di Ishtar ad Assur abbia coniato piccole targhe di piombo raffiguranti una Ierogamia. Nelle antiche civiltà , quindi, il concetto dell’unione sacra era, non solo molto diffuso, ma rappresentava un vero e proprio rapporto di simbiosi esistente  tra maschile e femminile. Ne sono un esempio le relazioni intime tra Osiride ed Iside, Adone e Venere, Tamuz e Ishtar. In queste culture la gioia usciva dalla camera nuziale degli dei per diffondersi tra la gente che abitava nel loro regno.
Il fine era quello di immagazzinare l'energia vitale: nel tempio, il sacerdote (a volte il fedele stesso) si univa carnalmente alla sacerdotessa, celebrando con la loro unione un rito inneggiante alla dea
Nell’antichità vi era anche una sorta di sacerdozio dedicato alla Prostituzione Sacra, riportata anche nella Bibbia – (Deuteremonio 23, 18-19), dove viene stabilito il divieto per gli uomini e le donne di Israele di prendere parte a tale pratica.



[6] Alberto Magi: Nostra Signora degli eretici – Maria e Nazaret; Cittadella Editrice, Assisi 1997, p.107; nota 2 piè di pagina.

[8] Rodolphe Kasser, Ma0vin Meyer e Grgor Wurst, a cura di: Il Vangelo di Giuda, National Geografic, White Star, Vercelli, 2006

[10] Ermando A. Arslan, a cura di: Iside il mito il mistero la magia, ELECTA, Milano,1997.